Studi e Approfondimenti Scientifici

Studi e Approfondimenti Scientifici, a cura di  Esperti e Specialisti in Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) e Tecnologie Assistive (TA): conoscenze, tecniche e strategie di ultima innovazione clinica, per implementare e sostenere le capacità comunicative naturali della persona con disabilità comunicative, garantendo risorse necessarie a supporto della sua unicità e inclusione sociale. 

Coordinamento Scientifico: Dott.ssa Giuseppina Castellano, Dott.ssa Liana Crivella, Dott. Francesco Ganzaroli, Dott.ssa Paola Puggioni, Dott.ssa Giulia Rossi.

Redazione: Dott.ssa Liana Crivella.

Lo studio seguente relativo all’accessibilità comunicativa, si inserisce in un progetto sportivo di pallavolo che offre a bambini dai 5 ai 14 anni, con BCC e difficoltà comportamentali (disturbo dello sviluppo intellettivo, disturbo del linguaggio, sindrome genetica, disturbo misto dello sviluppo, disturbi delle emozioni non specifici dell’infanzia e dell’adolescenza, disturbo dello spettro autistico) uno spazio per poter effettuare attività sportiva. Per cui si pone l’obiettivo di analizzare le difficoltà riscontrate dall’equipe sportiva (tre terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e tre studenti) per implementare la comprensione, ridurre le barriere alla comunicazione e creare opportunità di partecipazione. La ricerca è stata effettuata tramite alcuni motori di ricerca Google e Google Scholar rispetto ai progetti di accessibilità comunicativa nello sport sul territorio italiano e all’estero. È stato utilizzato il questionario IPPA – Individual Prioritised Problem Assessment (Eats Consortium, 1999), per individuare necessità e bisogni e successivamente l’impatto della soluzione adottata, come misura di outcome. Per la creazione di materiale simbolico, volto a implementare l’interazione sociale e la comprensione, è stata utilizzata la libreria di simboli PCS (software Boardmaker V7). Si ipotizza che l’introduzione di strumenti di CAA in ambito sportivo possa avere effetti positivi sugli utenti che mostrano difficoltà di autoregolazione e che giovano di una maggiore prevedibilità nella strutturazione delle attività.

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La Paralisi Cerebrale Infantile causa limitazioni dell’attività e riduzione della partecipazione sociale a causa dei caratteristici deficit motori, cognitivi, sensoriali e comunicativo-linguistici che comporta. In questo case report viene descritto l’intervento riabilitativo comunicativo-linguistico con strumenti e strategie di CAA di una bambina di 7aa con PCI (tetraparesi spastico-distonica) causata da c-PVL, sulla base delle recenti linee guida in materia. Gli obiettivi dello studio sono: 1rilevare qualitativamente la variazione delle aree di partecipazione a tre anni dall’avvio del trattamento comunicativo-linguistico con strumenti e strategie di CAA e 2 indagare il livello di soddisfazione e l’impatto psico-sociale dell’ausilio proposto (eyegaze) sulla rete di riferimento (educatore, insegnante, genitori). Differentemente dagli studi presenti in letteratura, focalizzati maggiormente sull’individuazione di fattori personali barriera, il presente lavoro mette in luce il ruolo ricoperto dai fattori ambientali facilitanti per la partecipazione dei bambini con PCI, quali ad esempio la CAA. Il caso clinico viene presentato attraverso valutazioni multiprofessionali e punteggi a classificazioni funzionali standardizzate e validate per la PCI. La 1rilevazione delle aree di partecipazione a T0 e T1 è stata condotta utilizzando scheda di Rilevazione delle aree di partecipazione (R.A.P.), mentre il 2grado di soddisfazione della famiglia e della rete rispetto agli ausili tecnologici proposti (eyegaze “Helpieye Hiru”) e l’impatto psicosociale da essi derivanti sono stati indagati mediante i questionari Quebec User Evaluation of Satisfaction with assistive Technology (QUEST) e il Psychosocial Impact of Assistive Devices Scale (PIADS). L’intervento di CAA si è sviluppato in tre fasi: Strategie di early communication, introduzione di strumenti low-tech (E-Tran) ed introduzione di strumenti high-tech (eyegaze).

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La Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) rappresenta un valido strumento di supporto per l’acquisizione del linguaggio e la comprensione, in bambini con difficoltà comunicative, ma anche per bambini nella scuola dell’infanzia e primaria (Beukelman, D. R., & Mirenda, P., 2013). Lo scopo di questo studio è analizzare l’efficacia della CAA nell’agevolare l’apprendimento, favorendo una maggiore partecipazione inclusiva. Attraverso una revisione della letteratura, relativamente a studenti con e senza difficoltà comunicative, sono state esaminate le modalità di implementazione della CAA in classe (Light, J., & McNaughton, D., 2014). L’ipotesi che si vuole confutare è che la CAA sia utile solo per alunni con disabilità comunicative. I risultati indicano che la CAA, se integrata nel contesto didattico, migliora l’acquisizione linguistica e la comprensione anche nei bambini senza difficoltà, promuovendo un apprendimento più accessibile e inclusivo per tutti (Romski, M. A., & Sevcik, R. A.,2005).

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Il presente studio vuole analizzare le difficoltà dei soggetti affetti da Demenza, in particolare delle difficoltà nell’esprimere bisogni ed emozioni in modo chiaro e lineare, attraverso un’attività ludica che dimostra come questi pazienti mantengano parti significative di sé (T. Kitwood, 2015), specialmente quando sono coinvolti in attività che rispecchiano i loro interessi e la loro cultura.
L’attività, “Lancia e Indovina” è stata progettata per gli utenti di un centro diurno a San Giorgio a Cremano (NA), con l’intento di sfruttare le modalità di comunicazione naturali dei pazienti, adattandola alle loro personalità (Beukelman e Mirenda, 2014) e alle loro conoscenze dei film, delle celebrità e delle canzoni della loro epoca. La ricerca ha evidenziato che l’attività ludica genera un notevole coinvolgimento dei soggetti con Demenza (Y. Vargiu, 2018), che sono riusciti a condividere ricordi personali, dimostrando che la loro identità persiste nonostante la malattia. Per cui si auspica che questo strumento possa essere utilizzato anche dai caregiver, per trovare un modo efficace e divertente per riconnettersi con i propri assistiti.

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Il presente lavoro descrive un progetto di adattamento inclusivo del percorso di visita del Museo “Extinction – Dinosauri in carne e ossa” di Gubbio (PG), attraverso la realizzazione di materiale in Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) volto a facilitare l’interazione e la comprensione della visita guidata e dei laboratori proposti all’interno della struttura, sia ai bambini con Bisogni Comunicativi Complessi (BCC) (Owens, JS, 2006) che ai loro coetanei. Lo scopo della ricerca è verificare che attraverso le strategie, i modelli di intervento e le tecnologie assistive della CAA per massimizzarne le abilità e le opportunità di partecipazione negli ambienti di vita (Isaac Italy et al. 2017; G. Castellano,2019) vengano garantiti il diritto alla comunicazione e alla partecipazione.
Tale intervento è stato realizzato attraverso un lavoro di rete, basato sul Modello di Partecipazione (Beukelman e Mirenda 1988), che permette di accedere a tutti gli ambienti quotidiani anche ai soggetti con disabilità linguistiche e comunicative rendendoli protagonisti attivi della propria vita (Hill & Romich, 2006; Ronchetti, 2014; Brady et al. 2016).

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Lo studio seguente presenta l’analisi differenziale dei tempi attentivi e della risposta all’item, tra il materiale cartaceo e il dispositivo digitale (Lodge JM, Harrison WJ 2019) attraverso l’utilizzo del test di articolazione Fanzago che è stato traslato dal cartaceo al digitale ed è stato somministrato alla fascia di età evolutiva 4-13 anni. La popolazione presenta disturbi differenti quali: dislalia, ovvero disturbo della pronuncia a causa di alterato funzionamento dell’apparato fonatorio, disturbo fonetico-fonologico (difficoltà a utilizzare i suoni della lingua parlata in modo appropriato per l’età e il contesto culturale del bambino), ritardo del linguaggio, disturbo dello spettro autistico, ritardo globale dello sviluppo e disabilità intellettiva. (American Psychiatric Association, 2013). Lo strumento è composto da 114 parole, scelte in base al vocabolario del bambino. Quest’ultimo può essere effettuato sia su denominazione sia su ripetizione, fornendo un quadro completo dell’inventario fonetico. (Franca Fanzago, Vittoria Editrice 2021). Nello specifico è stata utilizzata la versione del 1983 con immagini in bianco e nero, per favorire anche gli utenti con deficit visivi. (Giorgio Sabbadini et al., 2000) La scelta del software ricade su The Grid 3 installato su pc convertibile per garantire l’uso dell’interfaccia touch. (Orphanides AK, Nam CS 2017).

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Il seguente lavoro, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Angsa Umbria E.T.S e Coop Centro Italia, è incentrato sull’utilizzo della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) per favorire l’accessibilità comunicativa nel punto vendita Ipercoop di Collestrada (PG). Spesso, infatti, le persone con bisogni comunicativi complessi (BCC), tra cui persone autistiche, incontrano barriere nella fruizione dei servizi (Verruggio et al., 2017) e nello svolgimento di attività di vita quotidiana (es: fare la spesa). Il progetto ha quindi previsto adattamenti ambientali, attraverso strumenti di CAA, affiancati da un intervento di formazione del personale dell’esercizio commerciale, al fine di ridurre le barriere di opportunità e di accesso che determinano una limitazione nella partecipazione (Schlosser e Lee, 2000). Tali ostacoli devono quindi essere affrontati per consentire anche agli individui che usano la CAA di “coinvolgersi effettivamente ed efficacemente in varie interazioni” (Beukelman e Mirenda, 2013) e in diversi contesti di vita comunitaria.

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Lo studio in oggetto mira ad illustrare l’incremento delle abilità sociali e l’adattamento della Riabilitazione Psichiatrica attraverso l’utilizzo della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) e l’analisi di casi clinici di pazienti affetti da Disturbo dello Spettro Autistico (DSA) e Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). Attraverso gli interventi basati sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) l’obiettivo della ricerca è dimostrare l’efficacia del Linguaggio Blissymbolics in ambito psichiatrico, permettendo di raggiungere la Recovery clinica quindi il miglioramento dei sintomi, e funzionale, il reinserimento in società e nelle attività quotidiane e autonome del paziente con disturbo psichico, “superando qualunque barriera…” (C. Bliss, 1949).

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Il seguente lavoro è incentrato sull’utilizzo della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) a supporto delle funzioni pragmatiche del linguaggio, con bambini con disturbo dello spettro autistico (DSA), di età compresa tra i 9 e gli 11 anni. Le persone con disturbo dello spettro autistico presentano deficit nella pragmatica verbale (Padovani e Pattuzzi, 2018), ascrivibili a un più generale deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale.Le difficoltà in ambito conversazionale e narrativo si manifestano precocemente e possono avere un impattosignificativo sulla capacità di formare e mantenere relazioni sociali (Lee et. al, 2017). L’obiettivo della ricerca è incrementare la capacità conversazionale dei soggetti inclusi nel campione, fornendo strategie e strumenti di CAA utili a stimolare la responsività, l’iniziativa e il rispetto delle massime conversazionali.

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Il presente elaborato nasce con lo scopo di dimostrare come la forza evocativa delle immagini sia un valido strumento a supporto delle Funzioni Esecutive (FE) in bambini con Autismo ad Alto Funzionamento. Quando parliamo di FE intendiamo un insieme di abilità capaci di controllare e regolare le funzioni cognitive ed il comportamento (Welsh et al., 1991). Diversi studi sul Neurosviluppo hanno dimostrato come le FE, in particolare l’inibizione, la memoria di lavoro e la flessibilità cognitiva, siano deficitarie in bambini con ASD (Miyake et al., 2000). Da ciò deriva una rigidità nel comportamento ed una scarsa flessibilità. Partendo da una valutazione iniziale delle FE, mediante il Test TOL su due bambini di 10 anni con Diagnosi di ASD ad Alto Funzionamento, è seguito un training atto a supportare un incremento delle FE, attraverso la presentazione di attività in immagini, sfruttando la predisposizione innata nella memoria eidetica (abilità naturale del cervello di trattenere in memoria immagini anche se visualizzate per poco tempo) del bambino con ASD. A seguito di tale potenziamento è stato effettuato un follow-up somministrando il medesimo test iniziale ed è stato osservato l’andamento dei risultati ottenuti rispetto ai dati in entrata.

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Il presente studio vuole verificare gli effetti dell’intervento logopedico basato sulla Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) nei disturbi della comprensione morfosintattica nei bambini con Bisogni Comunicativi Complessi (BCC) in età prescolare. I sistemi di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) sono frequentemente impiegati da individui con disabilità dello sviluppo e BCC per favorire l’acquisizione e il potenziamento degli aspetti comunicativo-linguistici (Carnett, A. et. al., 2023). È stato condotto un case study di tipo longitudinale che coinvolge otto bambini con Bisogni Comunicativi Complessi in età prescolare. Le competenze morfosintattiche in comprensione dei partecipanti sono state inizialmente valutate utilizzando la “Prova di Comprensione Grammaticale con Oggetti -PCGO” (Bertelli B. et al., 2021). Successivamente è stato effettuato un periodo di trattamento logopedico della durata di 3 mesi durante il quale è stato impiegato materiale adattato in CAA con l’obiettivo di migliorare le competenze morfosintattiche in comprensione dei bambini. Terminato il periodo di trattamento, è stata condotta una nuova valutazione per analizzare gli effetti del trattamento logopedico basato sulla CAA. Si ipotizza che l’intervento logopedico basato sulla Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) contribuisca a migliorare la comprensione morfosintattica nei bambini in età prescolare con Bisogni Comunicativi Complessi (BCC). Nello specifico, si presume che l’uso di strategie e strumenti di CAA possa facilitare l’elaborazione e l’interpretazione delle strutture morfosintattiche, favorendo così una migliore comprensione del linguaggio.

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Il presente studio indaga come la lettura di libri in simboli accompagnati da illustrazioni, nello specifico di InBook (Fumagalli L. et al. 2012), possa contribuire a migliorare la comprensione lessicale, la comprensione grammaticale e ad ampliare il lessico in bambini con disturbo del linguaggio in età prescolare; allo stesso tempo si vuole osservare come influisce sulla relazione genitore-figlio. Infatti, numerose evidenze scientifiche dimostrano come la lettura condivisa, ad alta voce, stimoli lo sviluppo cognitivo, linguistico ed emotivo fin dall’età prescolare: leggere un libro ad un bambino, in particolare, favorisce l’ampliamento del vocabolario e permette l’acquisizione di modelli di costruzione di frasi che facilitano una maggiore comprensione verbale e maggiori competenze comunicative (Montag JL et al. 2015; Massaro, D. W. 2017; Zuckerman, B 2008; Lane, H. B., 2007; Meyer et al. 1994; Anderson et al. 1985). L’ efficacia di questo processo è stata riscontrata anche in soggetti con disturbo del linguaggio (Noble, C., et al., 2019; Madigan et al., Pediatrics, 2019 Beck, Isabel & Mckeown, Margaret, 2001).

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Il seguente studio ha come obiettivo studiare come le interferonopatie e le tetraparesi spastiche siano fattori causali di specifici Disturbi del linguaggio che compromettono le abilità linguistiche, sociali e di apprendimento. Essendo patologie neurodegenerative il trattamento logopedico anche se intensivo, non promette grandi risultati. L’utilizzo di sistemi di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), può essere di fondamentale importanza per aiutare l’individuo affetto da BCC (Bisogni Comunicativi Complessi) ad affrontare e superare i suoi deficit e favorire una migliore partecipazione ai vari contesti di vita, come la scuola. Il contesto scolastico offre un numero elevato di interconnessioni, ma tramite l’utilizzo della CAA anche gli alunni con difficoltà linguistiche hanno la possibilità di essere integrati nell’apprendimento della didattica e nelle relazioni socio-emotive con il gruppo dei pari (Di Natale, ISAAC Italy, 2020). L’implementazione della ricerca è stata effettuata attraverso l’analisi di un caso clinico di un bambino di 12 anni affetto da BCC, presso il centro di riabilitazione “Life srl”, di Isola di Capo Rizzuto (Kr). I risultati emersi dal lavoro clinico hanno evidenziato la possibilità del bambino di comprendere, imparare ed esporre la storia di Cristoforo Colombo ad un’interrogazione, attraverso l’utilizzo della CAA.

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L’ Autism Spectrum Disorder (ASD) è considerato sia dalla World Health Organization (WHO) sia dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) come una condizione caratterizzata da deficit in due domini: (1) comunicazione sociale e interazione sociale e (2) modelli ripetitivi e limitati di comportamento, interesse e attività.
Il quadro diagnostico ASD evidenzia sintomi nel periodo precoce dello sviluppo e presenta frequentemente condizioni di comorbilità tali da definire un’ampia varietà di espressioni cliniche e comportamentali, determinanti atipicità nella frequenza, nella forma e nella funzione degli atti comunicativi (verbali vs. non verbali) (Canete R. et al., 2022)1. Ne consegue una condizione in cui il nucleo deficitario principale è quello della pragmatica (uso sociale) del linguaggio (Boucher J. Et al, 2012)2.

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Dall’integrazione della lettura condivisa ad alta voce e del gioco, attività importantissime per lo sviluppo nell’età evolutiva, i cui benefici e vantaggi sono ampiamente riconosciuti da numerose evidenze scientifiche, è nato un nuovo strumento di Comunicazione Aumentativa Alternativa: un libro-gioco adattato, caratterizzato da un testo in rima, in simboli PCS, accompagnato da illustrazioni realizzate interamente a mano.
Lo strumento è stato realizzato ispirandosi ad alcuni dei principi del “design antropocentrico” (HCD – Human-Centered Design) di Donald Norman e facendo riferimento al libro della Dott.ssa Costantino “Costruire libri e storie con la CAA”. La modalità in cui un libro si pone come uno strumento di gioco è il fulcro del presente articolo. Il target di utenti potenziale (bambini nella fascia d’età prescolare tra i 3 e i 5 anni con Bisogni Comunicativi Complessi che utilizzano già o potranno utilizzare in futuro sistemi e strategie di CAA), non
conferisce allo strumento il ruolo di libro-game per tutti. È doveroso, infatti, porre sempre attenzione alla disomogeneità dei vari profili cognitivi, linguistici, sensoriali di ciascuno per poter personalizzare i progetti di CAA sulla base dei reali bisogni di ognuno, superando le barriere di accesso e di opportunità alla partecipazione.

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Obiettivo: Le lingue dei segni fanno parte di diritto della vasta gamma di simboli e segnali che costituiscono la forza della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA).
La letteratura scientifica illustra diversi benefici legati all’uso di un sistema multimodale, che si concretizza associando all’uso dei segni il parlato e altre possibilità offerte dall’uso della CAA.
Metodi: Il presente lavoro approfondisce il ruolo della multimedialità a supporto dell’apprendimento, dell’integrazione scolastica e della partecipazione attiva dell’alunno sordo segnante attraverso la supervisione e il supporto fornito a un team di insegnanti nell’impostare una prima ipotesi di intervento di CAA a vantaggio della partecipazione attiva di un’alunna con ipoacusia neurosensoriale grave e assenza di linguaggio verbale.
Risultati: L’intervento progettato per l’alunna ha avuto dei risvolti positivi in termini di inclusione nel contesto scolastico, incremento del successo comunicativo, potenziamento delle strategie di apprendimento.
Conclusioni: Risulta necessario aumentare il numero e la qualità degli studi relativi all’efficacia dei sistemi unaided implementati tramite l’uso di input aumentativi: ad oggi disponiamo di prove insufficienti per considerare la multimedialità come una pratica basata sull’evidenza.
Parole Chiave: CAA, LIS, intervento multimodale, ipoacusia, multimedialità

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Il Blissymbolics è un sistema di simboli grafici basato sul significato, tali simboli possono essere combinati con altri simboli al fine di generare infiniti nuovi significati.
Questo lavoro indaga le principali caratteristiche del Blissymbolics, analizzate negli ultimi trent’anni e ne studia l’utilizzo in tre soggetti con disabilità intellettiva lieve in contesto semi-residenziale. I risultati indicano che il Blissymbolics, apparentemente il più complesso tra tutti i sistemi simbolici di CAA, utilizzato a seguito di una spiegazione anche minima dei caratteri di base e associato ad un’esposizione costante, permette di generare in chi lo utilizza le prime associazioni tra referente e significato e di capirne la struttura altamente logica (Fuller, 1997)

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L’ausilio per la comunicazione consente alla persona con Bisogni Comunicativi Complessi (BCC) di attuare scelte ed esprimere pensieri, idee, consenso o rifiuto in modo accettabile e di influenzare in modo significativo l’ambiente in cui vive1.
Il processo di valutazione e prescrizione di soluzioni assistive per la comunicazione non è un avvenimento occasionale, circostanziato e definitivo, ma in un continuum di un processo di presa in carico, è parte integrante del PRI (Piano Riabilitativo Individuale) o del PRAI (Piano Riabilitativo Assistenziale Individualizzato) e, seguendo un approccio metodologico, sistematico e coordinato basato sul “modello della partecipazione”, «mette al centro la persona con la sua disabilità, i suoi caregiver principali, l’equipe
multidisciplinare coinvolta nel processo riabilitativo e l’ambiente di vita quotidiano del soggetto»2.
La soluzione assistiva individuata con un “percorso ausili per la comunicazione” deve rispondere a criteri di appropriatezza, valutati sulla base della sua efficacia nel perseguire gli obiettivi per i quali è stata scelta, della sua significatività per la qualità di vita dell’utente e della sua efficienza rispetto all’investimento economico3.
Presso il SIVA dell’IRCCS S.M. Nascente di Milano, all’interno dell’Unità Operativa Semplice – D.A.T. (Domotica, Ausili, Terapia Occupazionale) – è presente il SIVALab (laboratorio specializzato sulle ICT AT) che offre un percorso di valutazione e training per ausili. All’interno dell’IRCCS SMN, le Unità Operative di Neuropsichiatria Infantile, Gravi Cerebrolesioni e il servizio Socio-educativo hanno personale formato in CAA (Comunicazione Aumentativa e Alternativa) e operano in sinergia con il SIVA del D.A.T., quando ritengono di attivare una fase di valutazione ausili tecnologici all’interno del percorso di CAA4 per gli utenti che hanno in carico.
Il presente lavoro prende spunto dall’esperienza di tirocinio svolta presso il SIVALab e, dopo aver analizzato quanto rilevato attraverso un’intervista qualitativa semi-strutturata ad autorevoli esperti nel campo riguardo al modello di valutazione e scelta delle soluzioni assistive per la comunicazione, propone l’ampliamento di uno specifico Percorso Ausili per la Comunicazione Aumentativa e Alternativa ad integrazione dei servizi già offerti dal SIVA di Fondazione Don Gnocchi di Milano, che sia trasversale ai servizi di riabilitazione funzionale e che vada ad implementare una rete di servizi esistente nel territorio, allo scopo di integrare competenze e percorsi, per creare forme di prestazioni innovative e maggiormente efficaci.

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La riuscita di un intervento di Comunicazione Aumentativa Alternativa è influenzata da una vasta gamma di fattori individuali e fattori ambientali (OMS, 2004) e si misura tenendo conto del miglioramento del livello
di partecipazione e della qualità della vita della persona con Bisogni Comunicativi Complessi. Attraverso un approccio transdisciplinare alla complessità, infatti, si realizza una presa in carico globale ed integrata della
persona con BCC (Castellano e Cardinali, 2021).
Lo scopo principale del seguente studio che vede coinvolta la Calabria e nello specifico la Provincia di Reggio Calabria è quello di analizzare l’organizzazione interna dei Servizi di Riabilitazione operanti sul territorio ed individuare quanti tra questi erogano interventi di CAA, concentrandosi sulla formazione in materia dei professionisti coinvolti.
È stata somministrata un’intervista anonima semistrutturata, composta da 21 domande, a 31 professionisti operanti nell’ambito della riabilitazione. Le risposte, ricevute in tempo reale, sono state analizzate mediante i riepiloghi automatici generati da Google Forms.  L’analisi dei risultati ha evidenziato come tra le barriere che non permettono di promuovere il diritto alla salute di persone con BCC, vi siano le lunghe liste d’attesa, la carenza di servizi idonei a garantire il trasporto e gli spostamenti da un luogo all’altro all’interno della stessa Regione, l’assenza di un Centro Ausili Tecnologici in provincia di Reggio Calabria, la mancanza di conoscenze in materia di CAA da parte dei professionisti e delle famiglie.
Pertanto la creazione di un Centro Ausili Tecnologici in provincia di Reggio Calabria, con un team multidisciplinare adeguatamente formato in materia di CAA, potrebbe costituire una valida opportunità.
Parallelamente, la TeleCAA potrebbe rappresentare uno strumento in grado di integrarsi al tradizionale approccio (Puggioni, Castellano, Di Marzio, 2021), fornendo una soluzione alle lunghe liste d’attesa, alla carenza di servizi territoriali in provincia di Reggio Calabria che operino in modo competente nel campo della CAA, all’assenza di servizi idonei a permettere gli spostamenti da un luogo all’altro all’interno della stessa Regione.

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Il linguaggio persuasivo che ricorre in ambito politico, può essere “svelato”, se analizzato anche linguisticamente, attraverso il sistema ideato dall’ingegnere austriaco Charles Bliss: il Blissymbolics.
Si pone l’attenzione sulle dinamiche che entrano in gioco nell’elaborazione di un pensiero su ciò che ci circonda e sull’elaborazione di un enunciato, attraverso l’analisi delle tecniche persuasive che vanno dalla costruzione di particolari slogan alla costruzione di simboli che i partiti scelgono.

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People who use Augmentative and Alternative Communication (AAC) might face numerous obstacles to full participation in the community because of the limited accessibility of information and communication.
(Owens, JS 2006)   
The purpose of the research is to gather the observations of the stakeholders who live in the territory daily, to be able to plan accessibility starting from truly felt problems.
We used a qualitative plan of research that connects the points of view of people with Complex Communication Needs (CCN) and their families, social workers, occasional communication partners of people with CCN and institutions.
The results show the necessity to open up new possibilities for collaborations and common planning between stakeholders and institutions.
Among the most important solutions suggested to overstep the barriers towards participation and access to communications we can point out: the hiring of qualified personnel in public places, formation pointed towards the whole citizenship and the use of AAC in various contexts. The places that are considered less accessible for people with CCN are public transportations. Also, recreational spaces and essential personal services are considered not very accessibles.
The work wants to demonstrate the importance of listening to every single point of view, of confrontations and collaborations between all the realities involved, in order to generate real active participation.

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In the present work I observe the close interconnection between the pedagogical topics and the subjects of psychology through the distinctive trait of the Augmentative and Alternative Communication approach, in its pedagogical action aimed at facilitating the social participation of people with Complex Communication Needs. The AAC operates by setting participation as its objective, identifying it as the engine of its action. In principles and practices in AAC,we read: “On the basis of the I.C.F. the effectiveness of habilitation and rehabilitation interventions is now evaluated with respect to the level of participation of the person with CCN” (Lund & Light, 2006; Lund & Light, 2007) (by the Scientific Committee of Isaac Italy: G. Veruggio, M. Damiani, F. Corradi, G. Castellano, N. Luciani, M. Gasperini, F. Caretto, 2017).
The importance of pedagogical language is underlined in relation to a clinical approach that can be defined as aimed at socially significant and, therefore, innovative objectives.
A clinical intervention that works in favor of the improvement of society through the enhancement of people with complex psychoeducational situations is effective when it recognizes and operates a pedagogical action.
To do this, a therapeutic discipline needs to meet not only what pertains to its field, but also the subjects coming from other disciplines, for a psycho-anthropological-pedagogical vision of man and society.
Furthermore, it operates in a pragmatic and innovative sense where it is within the reach of the child. Just as for children, who, as Maria Montessori stated, find order in chaos when their mind focuses on “doing” with interest (Montessori, 1936), in the same way adults, in order to collaborate effectively (and with a sense of inclusiveness) need to meet around to an object.
Pragmatic and collaborative action inspired by the child is hoped for in the expectation of a psycho-pedagogical horizon based on a perspective of complexity of thought (Morin E., 1999).

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Molto spesso in associazione con il disturbo dello spettro autistico sono presenti disturbi del comportamento e disturbi d’ansia (Franciosi, 2017). Tutto ciò compromette il funzionamento del bambino e ne rende difficile la gestione nei vari contesti (scolastici, terapeutici, ma soprattutto in ambiente domestico da parte della famiglia). Inoltre, le difficoltà sul versante comunicativo rendono i comportamenti di questi bambini di difficile interpretazione (Cafiero, 2009) e questo genera frustrazione nel bambino, che non riesce ad esprimersi diversamente, e nell’adulto, che non riesce a comprendere come poter gestire tali comportamenti.
In questo articolo verrà presentato il caso di un bambino di 4 anni, che, grazie all’introduzione della Comunicazione Aumentativa e Alternativa, è riuscito ad affrontare meglio i passaggi di setting, per lui difficoltosi, e a comunicare i propri bisogni e desideri, riuscendo sempre di più a ridurre e/o evitare crisi
comportamentali.

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Il sistema Bliss nella pratica clinica della Comunicazione Aumentative Alternativa (CAA), nel panorama italiano, ricopre un’importanza marginale dovuto probabilmente a studi che reputano tale sistema meno trasparente rispetto ad altri e il più difficile da apprendere (Ganzaroli, 2021).
L’obiettivo del seguente lavoro, su esempio del cortometraggio animato proiettato in un asilo di Montreal (Canada), consiste nel presentare il cartone animato come un potenziale strumento che faciliti l’esposizione e l’apprendimento dei simboli Bliss.
A sostegno di questo progetto sono stati presi in considerazione due studi che hanno confermato la maggiore efficacia nella comprensione e acquisizione di simboli animati rispetto a simboli statici.

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I disturbi del linguaggio che si manifestano in seguito ad una grave cerebrolesione acquisita (GCA) possono compromettere le capacità comunicativo-linguistiche dell’individuo colpito e, in concomitanza, anche le
abilità sociali. Tali disturbi necessitano di un trattamento logopedico intensivo e personalizzato che, il più delle volte, ha inizio durante la fase di ospedalizzazione; tuttavia, non sempre è possibile favorire un recupero totale delle abilità compromesse. In questi casi ricopre un ruolo fondamentale la realizzazione di un progetto di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) per compensare la disabilità comunicativa temporanea o permanente dell’individuo con GCA (Vento et al., 2015). Ad oggi sono ancora pochi gli studi
in letteratura che evidenziano l’efficacia della CAA come supporto comunicativo nella fase di ospedalizzazione della persona con grave cerebrolesione; questo facilita l’espressione di necessità e bisogni personali e, di conseguenza, l’interazione tra il paziente e gli operatori/caregiver. L’obiettivo dello studio è quello di indagare le possibilità̀ di utilizzo e l’efficacia della CAA negli individui con BCC.
Language disorders that occur following a severe acquired brain injury (GCA) can compromise the communicative-linguistic skills of the affected individual and also social skills. These disorders need intensive and personalized speech therapy that begins during the hospitalization phase; however, it is not possible to encourage a total recovery of the compromised skills. The implementation of an Augmentative Alternative Communication (AAC) project plays a fundamental role to compensate for the temporary or permanent communicative disability of the individual with GCA (Vento et al., 2015). To date, there are still few studies in the literature that highlight the effectiveness of AAC as a communicative support in the hospitalization phase of the person with severe brain injury; this facilitates the expression of personal needs
and the interaction between the patient and the operators/caregivers. The aim of the study is to investigate the possibility of using and evaluating the effectiveness of AAC in these patients with BCC.

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Il Blissymbolics è un linguaggio simbolico definito semantografico, i cui elementi sono costruiti a partire da tratti e forme geometriche, unite tra loro da semplici regole di composizione (Ganzaroli, 2021).
L’utilizzo del Blissymbolics è garantito da risorse tecnologiche fruibili a basso o nullo costo. Tuttavia, questo linguaggio non è ampiamente diffuso ed utilizzato e non vi sono molti materiali disponibili e facilmente reperibili da poter utilizzare nella pratica clinica o didattica.

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I dati epidemiologici mostrano un generale aumento della popolazione infantile con bisogni di CAA, che sembra essere determinato sia dall’allargamento delle indicazioni sia dall’incremento più generale dei disturbi del neurosviluppo ed in particolare dei disturbi dello spettro autistico, tra i quali almeno nel 25% dei casi non è raggiunta l’acquisizione del linguaggio (Fombonne, 2009).
Un progetto di CAA, in ambito clinico, prevede l’uso di diversi strumenti e di interventi altamente personalizzati, globali, ecologici e coordinati, da rimodulare e monitorare costantemente nel tempo e con il coinvolgimento di diverse professionalità.
I servizi territoriali di NPIA, con risorse limitate e con un carico crescente in termini di numerosità e di assistenza si trovano in rilevante difficoltà a poter dedicare tali risorse a ciascun utente del territorio di pertinenza che ne avrebbe la necessità.
Obiettivo del presente lavoro è verificare, sulla base della letteratura attualmente disponibile e considerando una esperienza territoriale lombarda evolutasi nel corso degli anni, quali rimodulazioni degli interventi in CAA
possono risultare appropriate e sostenibili, in funzione del mandato istituzionale di prevenzione e presa in carico territoriale.
Viene quindi proposto un modello di intervento attivabile in un Servizio di NPIA territoriale, sostenibile e appropriato per la maggior parte delle difficoltà comunicative presenti nella popolazione pertinente per territorio, che funga anche da volano per gli interventi specifici e personalizzati per le disabilità comunicative complesse, alla luce delle evidenze scientifiche ed esperienziali analizzate.

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